Successione di morte: costi, tasse e imposte, documenti e denuncia di successione

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La perdita di una persona cara segna inevitabilmente e in modo indelebile l’equilibrio di vita di ogni persona. Affrontare i risvolti di un evento luttuoso è tra gli esami più ardui che il genere umano possa affrontare durante la propria esistenza.

In simili situazioni dolore e sofferenza sono i sentimenti predominanti in virtù dei quali l’affetto e la vicinanza di familiari e amici gioca un ruolo determinante. Nonostante ciò, la morte mette di fronte ad una serie di importanti incombenze burocratiche che per nessuna ragione possono essere tralasciate o trascurate se non si vuole correre il rischio di dover far fronte alle conseguenze derivanti dall’inottemperanza di quanto stabilito dalla legge.

 

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Una di queste è senza dubbio legata al delicato tema dell’eredità, cioè al lascito del patrimonio posseduto dall’estinto (in termini di crediti e debiti) ai suoi successori. Poiché si parla di una procedura giuridico-amministrativa, è bene fare chiarezza sul tema evidenziando cosa presuppone e cosa comporta una successione di morte.

Cos’è la successione di morte

La successione a causa di morte – conosciuta anche come “mortis causa” (dal latino) – è il processo attraverso il quale si realizza il subingresso di uno o più soggetti nella titolarità dei rapporti giuridici attivi e passivi (patrimonio o singoli diritti patrimoniali) al de cuius – soggetto detentore in precedenza – conseguentemente alla sua dipartita. L’esigenza di tale passaggio giuridico-economico nasce dalla necessità di individuare un erede riconosciuto dallo Stato al fine di evitare che tali beni rimangano senza un titolare.

A tal proposito, è utile distinguere le due modalità attraverso le quali è possibile stabilire e individuare gli eredi in quella fase definita in gergo delazione dell’eredità:

– Successione legittima, in cui è la legge a stabilire gli eredi nelle persone del coniuge, dei discendenti in linea diretta (figli e/o genitori) e di coloro i quali intrattengano stretti rapporti di parentela con il defunto. Essi subentrano nella titolarità del patrimonio o di una sua quota definita mediante l’applicazione delle quote di successione che cambiano in funzione del rapporto di parentela con il defunto;

– Successione testamentaria, per mezzo della quale lo stesso de cuius istituisce – in vita – eredi e legatari a mezzo di un negozio giuridico definito testamento. Essi subentrano nella titolarità di singoli diritti, siano essi reali o di credito.

Val la pena ricordare che l’ordinamento nazionale in taluni circostanze non ammette né i patti successori (cioè accordi che definiscono l’asset patrimoniale) né le donazioni. Inoltre, nelle fasi che precedono l’accettazione dei beni in lascito da parte degli eredi, la legge stabilisce che il patrimonio venga gestito da un curatore, nominato dal tribunale del distaccamento territoriale competente, che ha il compito della sua amministrazione e gestione.

Tasse

Nel caso in cui l’eredità venga accettata, gli eredi hanno l’obbligo di versare nelle casse dello Stato la tassa di successione. Si tratta di una somma calcolata in funzione di chi eredita i beni del defunto, alla quale si aggiunge un’aliquota stabilita dal legislatore.

Per quanto detto, dunque, l’ammontare differisce da caso a caso. E’ utile rammentare che la tassa di successione non si applica a tutti i beni facenti parte del patrimonio. Sono infatti da intendersi esclusi dal computo:

  • I titoli di Stato;
  • I titoli di debito pubblico;
  • Le imprese familiari;
  • I beni sottoposti a vincolo di interesse culturale;
  • I crediti vantati verso lo Stato;
  • I TFR;
  • Beni mobili registrati presso il PRA sottoposti a diversa tassazione.

Imposte e costi della successione di morte

Coloro i quali ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari hanno l’obbligo e il dovere di presentare la dichiarazione di successione cui consegue, se dovuto, il pagamento dell’imposta di successione. L’articolo 2, comma 48, del decreto legislativo n.262 del 2006 stabilisce le aliquote e le franchigie previste per l’imposta sulle successioni. In particolare si applicano le seguenti aliquote:

  • 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro“;
  • 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro“;
  • 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia“;
  • 8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia“.

Alla luce di quanto stabilito dal legislatore, dunque, figli e coniuge sono le figure maggiormente tutelate in regime di tassazione. Per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap il valore della franchigia si eleva a 1,5 milioni di euro.

E’ opportuno altresì ricordare che la successione dei beni immobili è anche soggetta alle imposte ipotecaria e catastale, pari rispettivamente al 2% e all’ 1%. Entrambe devono essere versate (presso banche, uffici postali o all’agente preposto alla riscossione) con mod. F23 mediante procedura di autoliquidazione spettante direttamente agli eredi in fase di presentazione della dichiarazione di successione.

L’imposta di successione è liquidata dall’Agenzia delle Entrate entro il terzo anno dalla presentazione della dichiarazione e deve essere versata entro un arco di tempo pari a 60 giorni a decorrere dalla data di notifica dell’atto, utilizzando apposito modulo F23. Esiste la possibilità di rateizzare tale tributo se l’importo è superiore a 1000 euro, rispettando i criteri imposti dalla dilazione:

  • “almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro sessanta giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione”;
  • “la parte restante, è versata in otto rate trimestrali (dodici, per importi superiori a ventimila euro), sulle quali sono dovuti gli interessi calcolati dal primo giorno successivo al pagamento della tranche iniziale. Le rate scadono l’ultimo giorno di ciascun trimestre”.

Denuncia di successione e documenti necessari

La denuncia di successione deve essere presentata dagli eredi all’Agenzia delle Entrate (in via esclusivamente telematicaentro 12 mesi dall’apertura della successione, coincidente con la morte del de cuius. Essa consente di determinare le imposte da pagare sui beni e sulle rendite ricevute in eredità. Qualora non fossero rispettati questi termini o addirittura sia incautamente omessa suddetta dichiarazione, si incorre in sanzioni amministrative variabili in funzione dell’imposta liquidata.

documenti da allegare – propedeutici alla denuncia di successione – sono molteplici e di varia natura. Tra essi sono imprescindibili il certificato di morte del defunto e quello relativo alla sua ultima residenza. Entrambi possono essere sostituiti con valida autocertificazione ai sensi degli artt. 46 e 47, D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000. Si richiede altresì un’autocertificazione attestante lo stato di famiglia del de cuius e di coloro chiamati a prendere parte all’eredità.

Inoltre, è necessario una dichiarazione sostitutiva di atto notorio che mostri tutti gli eredi, il tipo di successione e il regime patrimoniale. A questi documenti si devono aggiungere le visure catastali di tutti i beni immobili del defunto, la documentazione rilasciata dagli istituti di credito per eventuali conti correnti presenti nell’asse ereditario, le attestazioni relative a eventuali passività riconducibili all’estinto e la ricevuta delle spese funerarie sostenute (nel caso in cui sia dovuta l’imposta di successione).

In aggiunta, nell’ipotesi di successione testamentaria è necessaria la copia del testamento autenticata dal notaio ed eventuale atto di rinuncia all’eredità.